Il 2018 si sta annunciando, per l’economia italiana, come l’anno della possibile ripresa. In questo scenario, particolare attenzione va al mondo delle piccole e medie imprese e delle micro pmi. In particolare, per sostenerne la crescita e lo sviluppo economico, il Governo punta su tre leve fondamentali: “stimolo agli investimenti produttivi, in particolare quelli votati all’innovazione, modernizzazione della finanza d’azienda e rafforzamento della proiezione internazionale del tessuto produttivo”, si legge nello Small Business Act del Ministero dello Sviluppo Economico. Nel corso dell’anno scorso sono state adottate inoltre varie misure volte a migliorare le condizioni di liquidità e di accesso al credito delle imprese, nonché a ridurre il grado di sottocapitalizzazione e la forte dipendenza del sistema produttivo italiano dal mondo bancario. “
In questo contesto va inserito il fondo di garanzia per le pmi, che cerca di attenuare, almeno parzialmente, gli effetti del credit crunch dando la possibilità di accedere a garanzie statali gratuitamente. Nonostante questo, C’è, ancora un’ampia domanda di credito che rimane insoddisfatta: crediti di piccoli importi concessi a persone che sarebbero normalmente escluse da sistema di credito tradizionale, non avendo garanzie reali da presentare.
Di qui, la nascita del microcredito, uno strumento che tenta di sopperire alle carenze del sistema bancario tradizionale, e del Fondo di garanzia per il microcredito. In pratica, si tratta di piccoli finanziamenti fino a 25 mila euro (che in alcuni casi possono arrivare a 35 mila euro) che sono garantiti dallo Stato per progetti di micro imprenditorialità. Le risorse disponibili sono pari a 30 milioni di euro, a cui si aggiungono i versamenti volontari destinati da enti, associazioni, società o singoli cittadini al sostegno della micro imprenditorialità.
Quanto ai destinatari, possono usufruire del microcredito tutte le imprese individuali con partiva Iva da non più di 5 anni e che non superano i 5 dipendenti, e tutti i professionisti iscritti agli ordini professionali (sono escluse però le persone fisiche prive di partita Iva). Infine, per accedere alla garanzia non bisogna aver riportato, nei 3 anni precedenti alla richiesta, attivi di bilancio superiori ai 300 mila euro l’anno o ricavi lordi superiori ai 200 mila euro e non bisogna aver oltrepassato i 100 mila euro di passivo.