La cassa integrazione, detta anche cassa integrazione guadagni, è una condizione di aiuto economico rivolta a impiegati e quadri di aziende in difficoltà che vivono un grande calo produttivo e che quindi non riescono a pagare i dipendenti.
Il lavoratore può ricevere una integrazione ordinaria corrispondente all’80% della retribuzione delle ore in cui non presta la propria attività lavorativa ma nel caso in cui tale percentuale fosse stata stabilità in precedenza, essa non può essere aumentata.
Se il lavoratore svolge un altro lavoro, non ha più diritto alla cassa integrazione ed è obbligato a comunicarlo alla sede INPS di appartenenza. La situazione di cassa integrazione può durare al massimo 13 mesi ma vi sono casi particolari in cui può protrarsi fino a 24 mesi, è il caso delle regioni italiani più disagiate e con maggiori problemi di disoccupazione.
Esiste anche la cassa integrazione straordinaria quando le cause che ne richiedono l’intervento sono diverse da quelle dichiarate nella legge.
Si tratta di
emanazione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa e di sottoposizione all’amministrazione straordinaria
ristrutturazione e riorganizzazione aziendale
particolari crisi sociali
dichiarazione di fallimento
Della cassa integrazione possono goderne gli impiegati e quadri ma non gli apprendisti, chi è stato assunto con contratto di formazione lavoro, chi lavora nell’azienda da meno di 90 giorni.
Le aziende, ditte e società che possono inserire i proprio lavoratori in cassa integrazione sono
artigiane con più di 15 dipendenti
aziende appaltatrici con più di 15 dipendenti
imprese appaltatrici di servizi di pulizia
industriali con più di 15 dipendenti
commerciali con più di 200 dipendenti
editrici di giornali quotidiani e agenzie di stampa
Una attività non può restare in cassa integrazione per più di 36 mesi nell’arco di 5 anni.
L’integrazione del salario durante la cassa integrazione straordinaria è dell’80% dello stipendio e il TFR matura per intero. Inoltre tutti i mesi passati in cassa integrazione sono riconosciuti ai fini di accesso alla pensione di anzianità.