Investire in Borsa non richiede necessariamente una grossa disponibilità di denaro. E se fino a qualche tempo fa erano i derivati gli strumenti principali sui quali era possibile fare trading senza investire ingenti somme, posticipando l’investimento effettivo soltanto al verificarsi delle condizioni previste dai contratti options o futures acquistati, oggi tutte le banche e le SIM che offrono piattaforme per il trading (ad es. Fineco, IW Bank, Directa, Banca Sella) mettono a disposizione dell’utente il servizio di marginazione per operare su un folto portafoglio di titoli azionari e ETF.
Con marginazione si intende la modalità di trading che permette di assumere posizioni rialziste (Long) o ribassiste (Short) impegnando soltanto una parte del capitale necessario per regolare le operazioni sottostanti. Questa parte è denominata, appunto, margine, mentre quella residua (differenziale) è corrisposta dalla Banca tramite operazioni di Prestito Titoli.
La marginazione è improntata sull’effetto leva, che consente di moltiplicare il rendimento percentuale (positivo o negativo) dell’operazione.
Nel caso di un’operazione long, ad esempio, se il risultato è pari a 1000 euro, dato dalla differenza tra un controvalore in acquisto di € 20.000 e un controvalore in vendita di € 21.000, con un margine di € 4.000 (20%), il rendimento ottenuto, al lordo delle commissione e del prelievo fiscale alla fonte, ammonta al 25% (1000:4000= 25%). Effettuando la stessa operazione con modalità di negoziazioni tradizionali, impegnano cioè l’intero controvalore dell’operazione di acquisto, il rendimento sarebbe stato del 5% (1000:20.000= 5%).
Nel nostro esempio, dunque, ipotizzando un margine del 20%, abbiamo visto un rendimento in marginazione 5 volte quello ottenibile con un’operazione tradizionale, un effetto leva pari al 500%.
La marginazione long consiste nell’acquisto di titoli con l’utilizzo di una sola quota (margine) della somma necessaria a regolare l’operazione. Tecnicamente, in tal caso, il cliente presta alla Banca i Titoli oggetto dell’operazione marginata ottenendo in cambio un controvalore di pari ammontare del differenziale.
La marginazione short consiste nella vendita di titoli effettuata senza averne la disponibilità (“allo scoperto”), impegnando la liquidità pari ad una parte (margine) dell’intero controvalore della vendita. Tecnicamente, questa volta, il cliente riceve in prestito dalla Banca i Titoli oggetto dell’operazione, riconoscendole in cambio un importo pari alla somma del controvalore della vendita e del margine.
Le modalità con cui è possibile utilizzare il servizio di marginazione sono:
Marginazione Intraday.
Questa prevede la chiusura della posizione marginata entro la stessa giornata in cui è stata aperta. Per ragioni tecniche o di mercato, e solo per queste, tale impegno può essere trasformato in posizione multiday e l’estinzione del prestito si perfezionerà all’apertura di mercato del giorno immediatamente successivo o non appena le condizioni lo consentano.
Marginazione Multiday.
Tale modalità permette di mantenere la posizione marginata oltre la giornata in cui è stata aperta e fino alla chiusura.
Nel caso di marginazione long multiday il cliente presta alla Banca i titoli oggetti della posizione marginata ottenendo in cambio il differenziale. Questo prestito si conclude o alla scadenza del periodo di durata massima inizialmente prefissato, o in qualsiasi momento precedente la scadenza finale, simultaneamente alla chiusura della posizione marginata long. La Banca, così, restituisce i Titoli al cliente e ne addebita il conto del prezzo a termine per un importo pari a quello iniziale a pronti maggiorato degli interessi maturati nel periodo di durata dell’operazione. Il margine varia a seconda della volatilità del titolo oggetto dell’operazione.
Nel caso di marginazione short multiday la Banca presta al cliente i Titoli necessari all’operazione di vendita allo scoperto, ricevendone in cambio un prezzo pari alla somma tra il controvalore della vendita e il margine richiesto dalla stessa Banca. Il prestito Titoli si conclude o alla scadenza del periodo di durata massima o contestualmente alla chiusura della posizione short (acquisto dei titoli oggetto della posizione). Il cliente così restituisce i titoli alla Banca, ricevendone il prezzo a termine corrispondente a quello inizialmente pagato come prezzo a pronti e addebitandosi gli interessi maturati nel periodo di durata dell’operazione.
La scelta della modalità è effettuata all’atto dell’apertura della posizione marginata, ma può successivamente essere variata.
Una posizione multiday può essere chiusa, infatti, nella stessa giornata in cui è stata aperta: il contratto di prestito non si perfeziona e l’operazione è perfettamente simile ad una di tipo intraday.
Una posizione intraday può anche trasformarsi in multiday con un’espressa disposizione del cliente entro i termini stabiliti dalla Banca (carry-on).
Al di là del facile accostamento delle operazioni in marginazione a tipologie di giochi quali scommesse o lotterie, questa modalità di trading presuppone una conoscenza avanzata dei mercati e degli strumenti finanziari. La natura fortemente speculativa delle operazioni, inoltre, implica un’approfondita conoscenza sia delle condizioni contrattuali del servizio proposto dall’istituto la cui piattaforma si utilizza, sia degli strumenti di analisi fondamentale e tecnica dei mercati e dei titoli sui quali si opera.
Se è vero che sono sempre previsti ordini di stop loss automatici che si attivano prima dell’azzeramento del margine, è anche vero che un andamento del mercato (o di un titolo) caratterizzato da forte volatilità può far registrare forti e continue perdite.
Sebbene in operazioni a breve o a brevissimo periodo (come nel caso di marginazione intraday) sia il sentiment il fattore principale a caratterizzare l’andamento di un titolo, occorre pur sempre analizzare il trend, i volumi scambiati, gli indici di volatilità e tutti gli altri indicatori che si è soliti studiare nella costituzione di un portafoglio con orizzonti temporali più lunghi.
Tanto è vero che una grossa notizia può fare muovere in un breve lasso di tempo un titolo anche controtendenza, tanto è ugualmente vero che durante la stessa giornata il titolo potrebbe registrare delle ampie ma momentanee fluttuazioni in negativo e in positivo così da farne incrociare il prezzo di mercato con uno stop loss da noi impostato eccessivamente difensivo e ritrovarci una posizione profittevole chiusa addirittura in perdita.
Un titolo caratterizzato da una volatilità storicamente bassa e contenuta, ancora, reagisce a notizie positive (o negative) in modo meno marcato rispetto a titoli molto più volatili e di piccolo “taglio”: nel caso di un’operazione intraday, in questo caso, si può rischiare di entrare già in rialzo (o ribasso) e non riuscire a monetizzare la propria posizione perché l’oscillazione (ristretta) già aveva toccato i suoi massimi. Anzi, in questi casi, molto frequenti, si registrano irrimediabilmente delle piccole perdite, dato che a fine giornata la posizione, salvo trasformazione in multiday, verrà chiusa automaticamente “al meglio”.
Resta fondamentale il ricorso ai valori di stop loss e take profit.
Con lo strumento dello stop loss (stop alle perdite) si fissa un prezzo al di sotto del quale (posizioni long), o al di sopra (posizioni short), non si desidera che il prezzo del titolo vada. In corrispondenza di questo prezzo limite la posizione viene chiusa.
Con il meccanismo del take profit (presa di profitto) si fissa un prezzo in corrispondenza del quale vendere (posizione long) o acquistare (posizione short) così da chiudere positivamente la propria posizione.
Lo stop loss manuale impostato dal cliente non può essere inferiore a quello automatico utilizzato dalla Banca. Ovviamente lo stop loss può essere reimpostato a diversi livelli così da salvaguardare i profitti raggiunti e continuare a cavalcare l’andamento favorevole del titolo negoziato.